foto di © P. Cinotti / Zoom snc, Siena

Breve nota biografica

Luciano Schifano è nato a Sabratha (Libia) il 13 dicembre 1943 da madre siracusana e padre di origini trapanesi. È stato proprio il lavoro del padre, impegnato negli scavi archeologici dei resti romani di Sabratha, a favorire il primo contatto di Luciano, ancora bambino, con l’armonia dello stile classico che è alla base di ogni percorso pittorico. Trasferitasi la famiglia a Lentini, Schifano ha successivamente studiato al Liceo artistico di Catania. Completata la formazione scolastica, ha poi soggiornato brevemente a Milano e Roma.

In questi anni, a partire da uno stile pittorico di influenza guttusiana, è andato poi sviluppando rapidamente il proprio inconfondibile tratto pittorico, che combina le forti contrapposizioni cromatiche caratteristiche della sua terra di origine, la Sicilia, con la luminosità propria al paesaggio libico, la terra mai dimenticata della sua infanzia.

Spostatosi nuovamente, questa volta a Firenze, nel 1966, la sua forte personalità artistica suscita da subito un vivo interesse nell’ambiente artistico non solo fiorentino. Esporrà già nel 1968 a Parigi, subito dopo comincerà a lavorare in esclusiva per due prestigiosi gruppi galleristici italiani: la Contemporarte di Calenzano e La Barcaccia di Roma. Risalgono allo stesso periodo le prime collaborazioni con altre gallerie che hanno seguito a lungo il suo percorso artistico: Il Cannocchiale di Milano, l’Accademia di Torino e l’Osanna di Nardò (Le).

Lo sviluppo dei temi centrali della sua produzione artistica, la natura, la figura dell’uomo e la sacralità, lo portano a realizzare mostre a tema di richiamo nazionale, quali Immaginiamo un tema sacro ad Assisi (1982) e a Firenze (1983); Il mondo della campagna alla Casa della Cultura di Livorno (1983); La transumanza al Palazzo Piccolomini di Pienza (1999); I due Soli al Museo Civico di Padova in occasione del Giubileo 2000; Schifano. Opere recenti al Castello Carlo V di Lecce 2008; I pennelli del magico divino all’Ex Lanificio del Palagio Fiorentino di Stia (2011). Varie e di carattere più antologico le esposizioni all’estero, seguite a quella di Parigi del 1968. Tra le altre vanno ricordate quelle al The Glynn Vivian Art Gallery and Museum di Swansea (1985), alla Galerie Du Gygne di Ginevra (1989 e 1991), alla Galerie 87 di Lucerna (1990) e alla Galerie Leuenberger di Zurigo (2005). Si segnalano inoltre le ampie personali tenute in prestigiose sedi istituzionali: al Centre de Confèrences “A. Borschette” della Comunità Europea a Bruxelles (1985), al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra (1989), al Museo Nazionale delle Belle Arti di La Valletta (Malta 1998) e al Musée de la Préhistoire Régionale di Mentone (Francia 2000), antologica So: come sono e come sarò alla Società Arte Manifattura e Commercio di La Valletta (Malta 2012).

Nelle principali mostre, giusta la sua idea dell’arte come forza plasmante la realtà oggettiva, Schifano ha spesso arricchito la produzione più propriamente pittorica con originali collages, ceramiche, arazzi e strutture in vetro o metallo. Questa sua versatilità artistica lo ha spinto, nel corso della vita, ad accettare diverse commissioni: le quattro vetrate della cripta della basilica di Santa Croce in Firenze (1995); il “Cencio” per il Palio di Siena della Madonna di Provenzano (1996); il biglietto della Lotteria di Merano (2008); il coordinamento e la ristrutturazione di vari ambienti e la progettazione di elementi di arredo, come ad esempio nel caso del complesso termale Relais Bagni di Masino (So).

Tra i vari riconoscimenti per la sua opera, il Premio Internazionale per le Arti Figurative San Valentino d’Oro conferitogli nel 1987 a Terni e la nomina di Accademico di Merito per chiara fama dell’Accademia di Belle Arti “Piero Vannucci” avvenuta a Perugia nel 1988.

Luciano Schifano è venuto a mancare il 10 febbraio 2013, colpito da infarto nel suo studio/abitazione di Chiocchio, nel comune di Greve in Chianti, non riuscendo ad ultimare l’inaugurazione della Fontana delle 3G (Giotto, Giubileo, Giustizia) al Palazzo di Giustizia di Padova. Questa fontana rappresenta la sua opera concettualmente e tecnicamente più composita e complessa. Schifano l’aveva presentata dapprima al Museo Civico di Padova, in occasione della grande mostra personale per il Giubileo 2000 intitolata "I Due Soli: San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova", quindi donata al Comune di Padova, che l’aveva collocata di seguito all’interno della Corte del Palazzo di Giustizia.